Connect with us

Sci

Stagione sciistica ko. Si ripartirà?

Published

on

Il grido d’allarme di sindaci ed imprenditori dell’indotto: “Si rischia il default”

Stagione sciistica ko in Abruzzo.

La longa manus del Covid ha cristallizzato gli effetti negativi anche sulla nuova stagione.

In queste latitudini, nell’Abruzzo forte e gentile, il settore che racchiude gli sport invernali è in ginocchio.

Sindaci a presidio del territorio, imprenditori e operatori turistici fermi ormai da un anno lanciano l’allarme sulla grave situazione che va verso il default.

Un punto di non ritorno per la tenuta economica del sistema sciistico (ma non solo) abruzzese.

Dopo lo stop da marzo 2020 e di tutta la prima parte dell’inverno, questo periodo doveva rappresentare il momento del rilancio dell’economia abruzzese che ruota attorno al turismo della montagna.

Qualche dato per comprenderne appieno la portata.

Quello di Roccaraso e Rivisondoli, a 1.250 metri sugli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, tra il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco nazionale della Majella, è il comprensorio più grande dell’Italia centro-meridionale.

Un bacino sciistico che abbraccia Aremogna, Pizzalto e Monte Pratello nel quale insistono 28 impianti di vario tipo, cinque cabinovie che sviluppano circa cento chilometri di piste.

Posti, questi, da sempre punto di riferimento per gli appassionati degli sport invernali anche di Campania, Lazio e Puglia.

Un flusso di persone che si quantificata in circa 4 milioni all’anno di turisti che si godono lo spettacolo dei monti abruzzesi.

Quattro milioni di turisti ma anche e soprattutto oltre 1500 persone che vivono con il turismo invernale speravano nella riapertura annunciata dal Governo per il 18 gennaio per salvare la stagione e porre le basi per una ripartenza.

Ma così non è stato. Potrà essere salvata almeno in minima parte la stagione?

Alessio Giancristofaro

News più lette settimanali