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Calcio

Michele Antonino: “Oggi sono tante le distrazioni per i giovani ma combattiamo. Genitori? Parte tutto da lì…”

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L’allenatore dei Giovanissimi della Bacigalupo Vasto Marina ha vissuto anche l’esperienza di padre che seguiva e accompagnava suo figlio durante la crescita nei settori giovanili

Michele Antonino (allenatore Giovanissimi Bacigalupo)

La mattina al lavoro, nel primo pomeriggio allenamento con i Giovanissimi regionali a Vasto Marina e poi via di corsa direzione campo “Ezio Pepe” per guidare i Giovanissimi sperimentali, vittoriosi poi con un roboante 11 a 0 nel recupero contro il Lanciano 1920. Una giornata intensa, come tante altre, per Michele Antonino, uno degli allenatori del settore giovanile della Bacigalupo Vasto Marina, quest’anno alla guida dei Giovanissimi under 14 e 15. Passione per il calcio cullata sin da piccolo quando nella sua Bari correva dietro a un pallone prima di seguire le orme del padre immergendosi nel mondo delle arti marziali. Con ottimi risultati e tanti successi a livello nazionale nel judo, una brillante carriera conclusasi al tramonto degli anni ottanta a causa di un grave infortunio alla spalla sinistra.

In mezzo il saluto alla Puglia per motivi lavorativi (è tutt’ora nell’Arma dei Carabinieri) mettendo le sue radici a Vasto (con qualche altro trasferimento in giro per l’Italia). Riallacciando il feeling con il mondo del calcio, da giocatore e poi da allenatore arrivando negli ultimi anni a conseguire sia il patentino Uefa C che quello B. La voglia di seguire i giovani calciatori così da vicino nata accompagnando suo figlio Marco (oggi diciannovenne studente universitario) nei primi passi con un pallone tra i piedi. La visione del mondo del calcio giovanile da genitore e allenatore, due figure di primaria importanza per la crescita dei giocatori, dentro e fuori dal campo.

Michele Antonino, in questa stagione è alla guida dei due gruppi Giovanissimi, come sta trascorrendo la prima parte di stagione? “Lavoriamo sempre per migliorarci, giorno dopo giorno, con gli sperimentali siamo al primo posto, nel campionato regionale siamo in credito con la fortuna, abbiamo cinque punti di vantaggio sulla zona retrocessione ma per quanto visto in campo avremmo meritato una classifica migliore”.

Giovanissimi sperimentali

A stretto contatto con i giovani calciatori da tantissimi anni, negli ultimi anche da allenatore, è un compito che richiede sacrifici? “Sì ma allo stesso tempo è stimolante e gratificante, in questa stagione guido 31 ragazzi, tutti diversi tra loro, non solo per caratteristiche tecnico tattiche, non avendo gruppi omogenei il lavoro è sicuramente più complesso”.

Dai primi allenamenti ad oggi in un settore giovanile com’è cambiato il ruolo dell’allenatore? “Bisogna osservare i ragazzi da un’altra prospettiva, si combatte ogni giorno perché rispetto a prima la vita di tutti i giorni ha molti più stimoli per le generazioni attuali, i problemi non mancano e quindi ancor prima che allenatore bisogna capire anche l’aspetto psicologico di ognuno di loro”.

Negli anni hai seguito la crescita di tuo figlio, da padre ti è mai capitato di giudicare il lavoro del suo allenatore? “Mai, una volta ricordo che c’era stato un confronto ma nulla dal punto di vista tecnico, un episodio che riguardava più l’etica ma nessun tipo di litigio, ognuno deve rispettare i propri ruoli”.

A proposito di ruoli, avendola vissuta in prima persona quanto è importante per un giovane calciatore il ruolo dei genitori? “Per quanto visto e vissuto credo parta tutto da lì, madre e padre sono nel calcio e nella vita presenze insostituibili, i loro comportamenti nella vita di tutti i giorni si ripercuotono poi, in positivo o negativo, sugli stati d’animo dei propri figli”.

Giovanissimi regionali

Oggi da allenatore ti è mai capitato di dover strigliare qualche genitore per comportamenti oltre il limite consentito? “Mi riallaccio al rispetto dei propri ruoli, durante una partita l’allenatore è chiamato a guidare i propri giocatori e i genitori in quei momenti sono tifosi che devono divertirsi e incitare chi sta in campo, fare l’esatto contrario è sbagliatissimo, anche perché gli errori in campo fanno parte del gioco, guai a condannarli. Qualche settimana fa è capitato di essere raggiunti in pieno recupero, ho sentito qualche frase proveniente da dove erano seduti i genitori dei miei giocatori, non ho esitato un attimo a riprenderli, solo così possiamo migliorare, è vero, nel calcio tutti guardano al risultato ma l’importante, specie con i giovani, è godersi le partite e la crescita di ogni singolo”.

Sei ormai nei quadri tecnici della Bacigalupo da diversi anni, cosa c’è alla base del vostro lavoro quotidiano? “L’educazione del ragazzo ancor prima del calciatore, cerchiamo di essere educatori, non solo allenatori, al primo posto c’è il rispetto verso gli altri, una volta è successo che avevo lasciato fuori un ragazzo perché era mancato ad alcuni allenamenti, messo in campo nel secondo tempo si è fatto subito ammonire mostrando un atteggiamento poco propositivo nei confronti della squadra, dopo un paio di minuti l’ho subito sostituito, quel comportamento non poteva essere tollerato”.

 

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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