Il senegalese è legatissimo ai colori biancazzurri e alla città: la sua particolare storia
Di certo proverà un pizzico di emozione Mamadou Coulibaly sabato prossimo quando calcherà di nuovo l’erba dell’Adriatico-Cornacchia di Pescara. Probabilmente non partirà titolare nella sua Entella, ma forse questo aspetto accrescerà le sue sensazioni invece di attenuarle con il pensiero del match che sta per iniziare. Mamadou anche lo scorso anno ha incrociato il Pescara, quando giocava nel Carpi in prestito all’Udinese, ma per lui ogni ritorno è un tuffo nel passato. A Pescara ha esordito in serie A sul campo dell’Atalanta, il 19 marzo 2017, e gioca la sua prima partita da titolare alcune settimane più tardi, nell’1-1 casalingo contro il Milan, lanciato da Zeman, da poco tornato sulla panchina pescarese al posto dell’esonerato Oddo. L’amaro finale stagione di squadra, però, mette in luce le caratteristiche di questo classe 1999 che il suo agente definì, un po’ azzardatamente, “Il nuovo Pogba”. In estate tanti club di A si lanciarono sulle sue tracce, vinse la corsa l’Udinese che lo lasciò in prestito al Delfino. Una stagione non troppo esaltante, nonostante 2 gol in 23 gare, e l’addio. I bianconeri lo girano prima al Carpi (da gennaio a giugno 2019, 2 gol in 16 partite) e ora all’Entella. Dalla Liguria vuole tornare a stupire, come aveva fatto a Pescara ad inizio carriera. Ma la sua emozione nel tornare in Abruzzo non ha a che fare solo col calcio.
Ha solo 20 anni, Mamadou, ma un bagaglio di esperienze, non solo calcistiche, incredibile. All’epoca del suo debutto in A la storia di questo ragazzo fece il giro d’Europa, rilanciata da tutti i media nazionali e non solo. La ricordate? Wikipedia la riassume così: “Nato e cresciuto in Senegal con un padre professore di educazione fisica, si trasferisce in Europa nel 2015, intraprendendo prima un viaggio in pullman dal suo Paese natale al Marocco e successivamente mediante un viaggio su un barcone arriva prima in Spagna, poi in Francia (a Marsiglia e successivamente a Grenoble, dove vive per qualche tempo come ospite di una zia) e da lì in Italia mediante un viaggio in treno, che lo porta a passare prima a Livorno (dove è ospitato da amici) e poi a Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, dove non avendo un luogo in cui vivere si trova costretto a dormire per alcuni giorni su una panchina a poca distanza dallo stadio locale; qui viene fermato dai Carabinieri, che lo identificano e gli trovano una sistemazione, in una casa-famiglia di Montepagano. Ha effettuato dei provini con Cesena e Sassuolo, che però hanno deciso di non tesserarlo; all’inizio della stagione 2016-2017 viene aggregato alla rosa del Pescara, con cui si allena fino al compimento del diciottesimo compleanno, nel febbraio 2017, quando viene ufficialmente tesserato dal club abruzzese”.
Fu lo stesso Mamadou a raccontarla, con tanti particolari toccanti. L’inizio di una favola che ora vuole tornare a scrivere da protagonista sul rettangolo verde. Abbraccerà tanti amici, sabato, Mamadou e a loro dedicherà il suo sorriso. Portando sempre nel cuore un pezzo di Pescara e dell’Abruzzo