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Nuoto, il grido d’allarme: “Impianti chiusi, senza sostegni futuro difficile”

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Cristiano Carpente, presidente della Fin Abruzzo, fa il punto della situazione per il settore

Impianti chiusi e danni economici di notevole entità per tutto il settore: non riprenderà nell’immediato l’attività di nuoto, pallanuoto e sincronizzato in Abruzzo, sulla base di quelle che sono le indicazioni nazionali.

Cristiano Carpente

Cristiano Carpente, presidente del Comitato regionale Abruzzo della Federazione Italiana Nuoto, fa il punto della situazione attuale, alla luce della crisi determinata, negli ultimi due mesi, dall’emegenza Coronavirus.

“Gli impianti sono chiusi – spiega in un’intervista all’Ansa – e lo saranno, credo, anche dopo il 18 maggio. Devo sottolineare la situazione davvero complicata, direi quasi drammatica, di molti gestori di impianti che in questi due mesi di stop hanno comunque sostenuto sacrifici economici rilevanti per le spese di gestione, le spese fisse, le utenze, a impianti chiusi e senza entrate. In questa situazione c’è il rischio che alcuni impianti siano impossibilitati a riaprire, stando così le cose.

Per questo ritengo necessario lanciare un grido di allarme – sottolinea Carpente – perché il settore, senza misure di sostegno, rischia danni inimmaginabili”.

Futuro difficile, insomma, senza sostegni per il settore: “Devo dire che un primo passo lo potremo fare con il sostegno del Credito Sportivo con dei prestiti che potranno essere concessi. Come Fin Abruzzo abbiamo poi avviato una interlocuzione con l’assessore regionale allo Sport Liris per chiedere che la Regione ci sostenga e decida di stanziare dei fondi e di provvedere a studiare delle agevolazioni senza le quali il nostro movimento non sarebbe in grado di ripartire. Le nostre richieste sono anche indirizzate all’ottenimento di contributi a fondo perduto per gli anni 2020 e 2021, da destinare alle società sportive che gestiscono gli impianti, ed alle società sportive in genere, per avere un sostegno concreto per la ripresa delle attività, quando questo sarà possibile”. 

Carpente, infine, parla di stagione inevitabilmente compromessa, praticamente chiusa, dal momento che quasi tutti gli appuntamenti salteranno. “Non siamo in grado in questo momento di fissare un calendario di eventi. L’attività agonistica vera e propria non è in calendario. Ad oggi tutti gli impianti sono chiusi anche perché attendiamo le disposizioni di sicurezza per la riapertura. In varie occasioni abbiamo sottolineato come il 2020 sia un anno palesemente difficile per tutto il settore ma è di facile comprensione quanto anche il 2021 sia a fortissimo rischio, proprio per le conseguenze delle attuali situazioni socio economiche”.

Ultimo passaggio: “Fra atleti, lavoratori, tecnici e clienti non agonisti, nei circa trenta impianti abruzzesi, si crea un movimento di quasi 100mila persone. Le conseguenze per quello che sta accadendo le subiremo per i prossimi due, tre anni”.

Redazione Vasport – redazione@vasport.it

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