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Calcio

Qui Lanciano. Alluni: “Ecco come stanno le cose”

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Le parole dell’ex numero due del Lanciano Claudio Alluni su stipendi, cessione, tifosi e futuro immediato

Un’altra settimana intensa in casa Lanciano.

La trasferta di Pescara, la gara casalinga contro l’Avezzano e oggi l’impegno, sempre al “Biondi” contro l’Aquila.

E venerdì il confronto con la tifoseria rossonera.

Insomma, non c’è mancato nulla.

Sulla situazione attuale la presidentessa Cristina Chiaretti preferisce non parlare, soprattutto dopo il faccia a faccia con la tifoseria frentana ma affida le parole all’ex vice presidente rossonero Claudio Alluni che puntualizza una serie di aspetti e, allo stesso tempo, lascia intendere che l’avventura Lanciano è in dirittura d’arrivo anche per la Chiaretti.

Da Pincione abbiamo ricevuto due bonifici, il primo da 40 mila euro e il secondo da 20 mila euro per gli aspetti che riguardano la cessione societaria – spiega a Vasport Claudio Alluni – anche se noi la trattiva l’abbiamo fatta con Glenn Roberts e con Janet Strackhouse che però sono spariti. Il problema è questo: per gestire una ASD – continua Alluni – c’è bisogno di un codice fiscale italiano e Glenn Roberts non ce l’ha. Nella scrittura privata del 5 maggio – spiega Claudio Alluni – la Chiaretti avrebbe dovuto svolgere compiti ordinari e l’accordo prevedeva anche il pagamento degli stipendi da parte dei subentranti e le spese correnti per la gestione del club fino a giugno“.

E una sottolineatura importante sull’accordo societario: “La Chiaretti è disponibile anche a rispedire al mittente i 60.000,00 euro purché si ritirino“.

Proprio sui 60 mila euro Alluni aggiunge: “I 60 mila euro sono una parte di un rimborso delle spese sostenute, perché sono molto di più, da settembre ad oggi. E si tenga anche conto – prosegue l’ex numero due del Lanciano – che dal 5 maggio in poi tutto l’ordinario è a carico di Pincione“.

Capitolo stipendi: ne è nata una disputa accesa con Max Pincione.

Abbiamo mandato una lista di pagamenti di stipendi da fare a Pincione che inizialmente prevedeva il “fermo Covid”. Questa formula del “fermo Covid” ce l’aveva indicata il nostro direttore sportivo Gianmarco Capoccia, cioè importi minori perché molti calciatori non si erano allenati o non avevano maturato dei rimborsi. Immediatamente dopo – puntualizza Alluni – la Chiaretti oltre che Gianmarco Capoccia hanno rinviato ancora la lista corretta dei bonifici da fare senza la dicitura “fermo Covid”, cioè la lista dei pagamenti da effettuare a regime. Ma questa lista – rimarca Alluni – non è stata presa in considerazione e ha creato solo malumore all’interno dello spogliatoio e nella lista c’erano pagamenti da fare tra cui uno da 7 euro“.

Alluni spiega anche altri aspetti che avrebbero fatto irritare la Chiaretti.

Pincione ha chiamato il nostro segretario Gorelli e gli ha proposto di fare il segretario da casa ma lui ha rifiutato, così senza dire nulla alla Chiaretti e hanno incaricato altra persona provando poi a tesserare persone senza mettere a conoscenza la Chiaretti ed inviando documenti da lei non autorizzati e non da lei firmati“.

E Alluni aggiunge: “Un episodio grave per la Chiaretti. Subito dopo questo fatto, la Chiaretti ha scritto a Pincione prospettandogli tre opzioni: la prima di sistemare tutti i conteggi dei calciatori e dello staff, la seconda di collaborare, la terza quella delle dimissioni. Quindi – sottolinea Alluni – la Chiaretti non si è dimessa formalmente perché le dimissioni vanno date nell’assemblea che deve essere convocata“.

La Chiaretti all’oscuro di tante cose, come sostiene Claudio Alluni: “Alla presidentessa non è arrivata mai una contabile dei pagamenti fatti ed stata tenuta all’oscuro di tutto. E soprattutto che le ultime tre gare sono state organizzate da lei e garantite da lei compresa quella con L’Aquila”.

Dagli aspetti meramente societari a quelli agonistici.

Qui ci sono mille cose da fare per organizzare le partite. Organizzazione – chiarisce Alluni – che spetterebbe a Pincione. Dalla richiesta dei tamponi, ai pranzi, al pagamento degli steward. A tutto ciò ci sto pensando io anche se sono fuori dalla società e lo sto facendo solo per il bene della piazza“.

Alluni ammette anche un filo di delusione per il trattamento ricevuto e per i progetti che sono svaniti a mano a mano: “Ho presentato io all’assessore Davide Caporale la signora Janet Strackhouse che gli aveva anche prospettato un progetto di valorizzazione di Lanciano in America. Ma poi la Strackhouse è uscita di scena. Come del resto sono dispiaciuto delle parole dei tifosi nei confronti della presidentessa che ci hanno invitato ad andarcene e a non dare la società a Pincione“.

Un’ultima nota Alluni la rivolge a Cristina Chiaretti: “Cristina ha prestato la massima collaborazione, l’unica colpa che ha avuto è stata quella di volersi assicurare che tutto procedesse in modo corretto, e che la squadra scendesse regolarmente in campo. Per loro questo è osteggiare il lavoro“.

Alessio Giancristofaro

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