Ultimo anno e mezzo da dimenticare per il bomber vastese. Per la prima volta in carriera chiuderà una stagione in A senza gol
Accanimento. Non sappiamo da parte di quale entità al di sopra di noi essere umani ma se esistesse (e a questo punto i dubbi sono sempre più fondati) siamo certi che il suo mirino, ormai da un anno e mezzo, lo avrebbe puntato su Roberto Inglese.
Uno che quando appenderà le scarpette al chiodo (gli auguriamo che quel giorno arrivi il più tardi possibile) sarà sicuramente in credito con la fortuna ma purtroppo per lui nessuno potrà riconsegnarli partite (e non solo) perse negli ultimi diciotto mesi. Un’altra “botta” pesante arrivata ieri sulla carriera dell’attaccante vastese (lucerino di nascita) classe ’91 andato sotto i ferri a causa dell’infortunio alla caviglia patito intorno a metà marzo. La conferma è prima arrivata dal Parma attraverso un comunicato: “Roberto Inglese, dato il persistere della sintomatologia, è stato sottoposto ad intervento chirurgico di stabilizzazione della caviglia sinistra. L’operazione è perfettamente riuscita. L’atleta, dopo un periodo di immobilizzazione, inizierà il percorso terapeutico per il completo recupero agonistico all’inizio della prossima stagione”.
Poi, intorno alle 20 di ieri sera, il bomber gialloblù attraverso una “storia” su Instagram mostrando la foto della caviglia sinistra da poco operata ha rassicurato tutti dopo l’intervento con un messaggio: “Tutto bene, grazie per l’affetto”. I fastidi alla caviglia sono in realtà iniziati nel marzo di due anni fa quando fu costretto a saltare nove delle ultime dieci giornate della stagione 2018/2019. I problemi veri sono arrivati in quella successiva iniziata con otto presenze e due reti ma terribilmente complicatasi a metà ottobre. Ancora la caviglia, stop di due mesi (9 partite) e rientro a inizio 2020. Apertosi come peggio non poteva credere, allo “Juventus Stadium” gravissimo infortunio alla coscia, operazione delicata in Finlandia e sei mesi di stop (11 partite fuori).
Riuscendo però a ritrovare il campo a luglio con la ripresa della Serie A dopo lo stop a causa del Covid trovando sei presenze su sette (una saltata per un problemino muscolare). Da ottobre 2020 a inizio agosto su un totale di 30 giornate appena 312 minuti in campo con 9 presenze e 21 match saltati a causa di infortuni a caviglia e cosce.
Con l’inizio della nuova stagione, quella in corso (2020/2021) Inglese e il Parma speravano di aver salutato la sfortuna, si guardava al futuro con rinnovate ambizioni e tante motivazioni. La sfortuna (eufemismo) è tornata a bussare alle spalle di Roberto fermatosi per un fastidio muscolare già alla seconda giornata e poi, anche lui, come tanti suoi compagni e colleghi, inciampato nella seconda metà di ottobre, sul Covid.
Rientro positivissimo (a fine mese) a San Siro con l’assist al bacio, contro l’Inter, al compagno Gervinho e continuità in parte ritrovata fino a metà gennaio, poi un altro lungo stop, questa volta causato dalla prematura scomparsa dell’amato papà Antonio Giuseppe.
A inizio marzo di nuovo in campo contro l’Inter per una mezzoretta, poi buttato dentro nella mischia (all’ottantottesimo minuto) a Firenze fondamentale al novantesimo con un assist al bacio al compagno Mihaila (gol del momentaneo 2 a 3 in un match chiuso sul 3 a 3). In quell’occasione tutti i compagni abbracciarono l’attaccante vastese in segno d’affetto per il periodo difficile trascorso ma dopo quell’immagine Inglese si è fermato di nuovo. Ennesimo infortunio alla caviglia, un mese di terapie non sono bastate, altra operazione. Quella di ieri a chiudere la stagione con un mese d’anticipo, per lui sarà la prima in Serie A dove tra Chievo e Parma non ha trovato la via del gol. Da settembre a marzo 32 giornate e un minutaggio basso, non per sue colpe sia chiaro: 574 minuti divisi in 14 presenze (appena 5 da titolare).
Infortunio alla caviglia, alla coscia, problemi muscolari, covid e grave lutto in famiglia, dall’ottobre del 2019 ad oggi, per il ventinovenne di Vasto sono stati 550 giorni con tanti, troppi, problemi e zero gioie. Nelle ultime 62 giornate di Serie A il Parma (ormai prossimo alla retrocessione in Serie B) Roberto, purtroppo, in campo è stato meno di mille minuti (888) collezionando 23 presenze (7 da titolare). Per i sacrifici fatti da quando era bambino avrebbe meritato ben altro, è arrivato in Serie A (conquistando anche chiamate con la Nazionale Italiana) senza che nessuno gli regalasse nulla: “solo” sudore e sacrificio. A novembre compirà 30 anni, l’augurio è che per lui, da luglio in poi possa ripartire una “nuova” carriera, non sappiamo se sarà ancora a Parma o altrove ma Roberto Inglese ha ancora tanto da dare al calcio, tornerà a divertirsi e gonfiare la rete, quello che da oltre vent’anni gli riesce meglio.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it